Concludiamo in bellezza il ciclo di incontri Le Mamme del Quartiere a casa Bainsizza giovedì 19 giugno alle 18,00 in via Montello, 26 a Mestre (VE)!
Vi invitiamo a vedere un documentario che racconta la nascita in molti luoghi diversi del mondo.
Ad accogliervi come sempre Eugenia e Elena.
IL PRIMO RESPIRO – un film-documentario di Gilles De Maistre
“Secondo una leggenda talmudica, al momento di venire al mondo, il neonato possiede tutte le conoscenze che ha acquisito nelle vite precedenti. In quel momento gli appare un angelo che gli intima di non rivelarle a nessuno. L’angelo posa il dito sul labbro del bambino e il neonato dimentica tutto per entrare nella vita. Del gesto dell’angelo resterà una sola traccia: la piccola fossa tra il labbro superiore e la base del naso… Ed è in quel momento che il neonato emette il suo primo grido”.
Tre anni di lavoro, quindici mesi di riprese, dieci storie, dieci paesi ma nove mesi per tutti!
IL PRIMO RESPIRO di Gilles De Maistre racconta la storia più universale di tutte: la nascita di un bambino. Vista nelle diverse culture di tutto il mondo: dalla Francia agli Stati Uniti, dall’India al Brasile, dal Giappone alla Siberia. Nell’azzurro di una piscina, tra i delfini, o sulle rive del Gange con l’aiuto di una guaritrice, in una sala operatoria oppure in una foresta con amici intorno che suonano e cantano. Ho scoperto quello che accomuna tutte le mamme del mondo” dice il regista “lo sguardo che rivolgono al bambino appena nato e il grido che questo emette appena viene al mondo”.
Trailer in italiano: http://m.youtube.com/watch?v=TvQEzq9_-YQ
Alcune foto: http://www.luckyred.it/ilprimorespiro/
Il film in lingua francese: http://www.youtube.com/watch?v=hzzSVRK_m6s
Il film in lingua italiana: http://www.youtube.com/watch?v=LhqUUAJaOq8
Sito originale del film: http://www.disney.fr/FilmsDisney/lepremiercri/index.html?detectflash=false
“Le premier cri”, il miracolo della nascita nel documentario
L’opera di Giolles de Maistre sul parto, uscito da due settimane in Francia, è già un caso
Tre anni di lavoro, 15 mesi di riprese per dieci storie in altrettanti paesi dall’India al Niger
di LAURA PUTTI
Il film inizia con un parto tra i delfini a Puerto Vallarta, vicino a Cancun
“Le premier cri” è un fenomeno. Un caso forse annunciato, dato che il film di Gilles de Maistre è un documentario su qualcosa che riguarda il mondo intero: la nascita di un essere umano. Non è un film sulla gravidanza o sulla maternità in generale: mostra proprio il gesto di dare alla luce, il momento fisico, reale, del parto. Accompagnato da una strutturata (ma elegante) campagna pubblicitaria, “Le premier cri” (il primo grido) ha, nella prima settimana di programmazione in circa 250 sale francesi, attirato ben 140 mila spettatori. Più di “L’incubo di Darwin” di Hubert Sauper, più di “Una scomoda verità” di Al Gore.
Ed essendo già stato venduto in tutto il mondo, il film è destinato a un dibattito planetario. Come restare indifferenti al parto in diretta di dieci donne in altrettanti paesi del mondo?
Osservando Gilles de Maistre, minuto e nervoso, viene da chiedersi dove abbia trovato il coraggio di affrontare (spesso da solo, cinepresa in spalla) un momento tanto selvaggiamente femminile.
“Proprio questo andavo cercando” risponde il regista, seduto in un rumoroso caffè sui Campi Elisi. “Avevo già realizzato una serie di documentari televisivi nella sofisticatissima maternità del Robert-Debré, l’ospedale pediatrico di Parigi. E’ vero che ogni parto è sempre un momento straordinario in cui accadono cose ogni volta diverse. Le persone dimenticano la cinepresa, sono totalmente concentrate soltanto su quello che accade. Ma, partorendo, le donne lasciano trasparire la loro storia e mi è piaciuta l’idea di raccontarle, queste storie. Il momento della nascita è un argomento che ci riguarda da vicino e che, insieme al momento della morte, è una delle due esperienze che tutti abbiamo in comune”.
Tre anni di lavoro, quindici mesi di riprese per dieci storie in dieci luoghi diversi (la più “normale” in Francia, poi Stati Uniti, Vietnam, India, Brasile, Niger, Tanzania, Giappone, Messico, Siberia), Gilles de Maistre ha spesso viaggiato leggero. “Il più delle volte, soprattutto in luoghi molto disagiati come i deserti africani, sono andato soltanto con l’ingegnere del suono e con una giornalista, Marie-Claire Javoy, che sul film ha appena pubblicato due libri, uno dei quali per bambini (uscito anche il cd con le musiche di Armand Amar, con un brano cantato da Sinead O’Connor per l’occasione, ndr). Il parto è un momento intimo. Volevo che fosse diverso da quelli, più o meno naturali, che tante volte avevo visto nell’ospedale parigino”.
(13 novembre 2007)